Nonostante la giornata non promettesse nulla di buono, l’estate era stata spazzata via in un istante tra pioggia e vento freddo e la luce era ad intermittenza, il Complesso Castellare di Summonte trasudava di gente, tanta da dover rimanere in piedi.
Ad aprire i lavori l’editore del Papavero, Donatella De Bartolomeis, che ha spiegato le dinamiche del concorso e ha presentato i giurati. Ed io, sulla sua falsa riga ve li presenterò uno ad uno ad iniziare dal presidente di Giuria, il prof. Oscar Luca D’Amore, dottore in filosofia e appassionato di glottodidattica. I suoi interessi di studio si muovono tra filosofia della mente, neuroscienze e scienze cognitive. D’Amore, che è in Irpinia in vacanza, vive e lavora in California (San Francisco Bay Area) dove insegna lingua e cultura italiana presso scuole, istituti e accademie. Per i suoi studi di filosofia della mente ha seguito i corsi di John Searle, John Campbell e altri presso la University of Berkeley. Si definisce un independent scholar, il modo ideale di intrecciare pensieri senza scadenze. Ha pubblicato poesia e articoli. In particolare Solitudo animi per Hystrio Editore e al di qua del Pacifico e una parola a mia madre per le Edizioni il Papavero. Interessante il suo intervento, che nonostante la complessità che caratterizza il tema trattato, è arrivato al cuore e alla mente dei partecipanti.
Marco Bruno
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