RADICI POETICHE A MASSIMO TROISI
A VIBOVALENTIA IL PREMIO DEL COMITATO TECNICO
La struttura del premio “Radici poetiche a Massimo Troisi” Edizioni il Papavero, di Donatella De Bartolomeis, è abbastanza particolare. Le poesie, prima di arrivare alla Giuria in forma anonima, vengono valutate da un Comitato tecnico che ne seleziona circa trenta che andranno a comporre la rosa dei finalisti da sottoporre alla giuria. Il comitato, inoltre, assegna un suo Premio. Quest’anno è stata premiata la poesia ‘U CANTU D’I BRIGANTI “QUANTO SANGU PASSAU?” di Maria Concetta Preta. L’autrice, vibonese, docente di Lettere Antiche, è fondatrice e delegata del F.A.I. nella sua città e ne coordina le attività culturali col mondo della scuola. Dopo essersi occupata di epigrafia latina e Beni Culturali, ha dato alle stampe il saggio storico: “Il municipium di Vibo Valentia”, ed. Mapograf, 1992, (Terzo posto per la Saggistica storica al Premio di Feroleto Antico 2014). Numerose le sue pubblicazioni che svelano la sua poliedricità. È attiva anche sul versante della poesia dove è presente in molte antologie e dell’indagine archeologico-antiquaria locale. I suoi scritti sono stati insigniti di diversi premi e i riconoscimenti a livello nazionale.
‘U CANTU D’I BRIGANTI
“QUANTO SANGU PASSAU?”
Quantu sangu passau ancora,
supra a ‘na terra bella e amara!
E’ ‘na storia antica e nova,
si ripeti para para …
e veni ‘mparata a memoria.
E’ ‘na tragedia, ‘n’apocalisse vera:
la distruzioni di ‘na razza ‘ntera!
Campagni ‘nsanguinati,
forcuni in altu levati
sparatorie e fucilaziuni,
sutt’i colpi di baionetti e cannuni.
Sempri ‘a morti si faci destinu,
‘nsiemi ‘o spregiu e all’abbominiu.
Davanti all’occhji di figji e mugjieri
moriru innocenti e povareji.
Cusì nasciu l’Italia di criaturi,
cu’lla raggia e c‘u rancuri
’di Calabrisi privati dill’onuri!
Vinnaru poi terri luntani e bastimenti
pe’ scordari insulti e tradimenti,
umiliazioni, lacrimi e turmenti:
ferite chi non trovanu medicamenti.
‘Passa pe’i paisi ‘nu gridu senza vuci,
‘nu pensieru senza nomi rumuri non faci
e leggeru ‘nta la notti si ‘ndi vaci.
… ma ‘a genti chi dormi senza paci
‘nta lli paroli mei trova la luci!
Io cantu pe’‘u curaggiu e‘a dignità
di ‘na storia chi si ripeterà.
Fimmani e masculi … e furu’ tanti!
Hannu ‘nu nomi: chiju di briganti.
Maria Concetta Preta ha ricevuto in premio un’opera del Maestro Giuseppe Carabetta che così viene recensito dal prof. Gerardo Pecci (giornalista, docente, critico e storico dell’arte) “l’arte è sorretta dal sentimento. quello che conta è trasmettere attraverso i colori e le forme ciò che sono le emozioni e le sensazioni che l’artista, poi, trasforma in opere d’arte. e lo fa di getto, senza pensarci, per donare a tutti noi una fetta della propria vita. in ciò forse è racchiusa la poetica del paesaggio dell’artista Giuseppe Carabetta, un paesaggio che se iconograficamente è rapportabile alla grande stagione napoletana della scuola di Posillipo, presente per i tagli e le scelte dei paesaggi marini, dal punto di vista coloristico, invece, padroneggia i toni della luce che appartengono a luoghi ricchi di storia, che evocano in lui momenti e armonie che fanno della sua tavolozza una vera e propria sinfonia coloristica. la sua arte parla direttamente al cuore e trasmette l’amore per la vita, come solo un vero artista sa fare.”
Di seguito la motivazione del Comitato tecnico così composto: Presidente Avv. Giacomo Dello Russo Presidente dell’Ambito Territoriale Sociale A01, Domenico Barbato Presidente ass. Mercogliano è cultura, Tonia De Giuseppe Esperta in politiche sociali e Enzo Martino Presidente ass.ne culturale il volo del falco
“I suoi versi sono il grido senza voce di chi, ripercorrendo nella storia le proprie origini, rivendica libertà e dignità. Una terra bella e amara la Calabria, che porta i segni di una ferita mai cicatrizzata. Cambiano i tempi, cambiano gli scenari, ma ancora il popolo subisce. La storia è destinata a ripetersi e nella notte, nel silenzio dei pensieri, ancora vivono uomini e donne: i briganti.”
Marco Bruno
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