“La pistola di Checov” di Gianni Mauro, edizioni il Papavero, è la storia di Angelo, un esagitato, disadattato; tra il suo Es., Io e Super-Io ci deve essere un “quarto” qualcosa. Sarà un incubo ricorrente, una crepa nella psiche, un peso, la “ubris”, un doppio; lo scopriremo pagina per pagina. Marcello è il proprietario del bar dove ci si incontra, si parla, ci si confida; una sorta di aperto confessionale, un gancio con la realtà, un salvagente alla solitudine, un convivio per appendere qualche momento di inquietudine.
Luca è il cavaliere senza macchia e senza peccato, co-protagonista del racconto. È lui l’esorcista, lo psicologo “de noantri”, ovvero l’interlocutore, l’ascoltatore privilegiato, il “commissario” bonsai della vita di tutti i giorni, l’angelo salvatore senza ali, ma con un gran cuore e altrettanta sensibilità. Intorno a questo trio, tra canzoni di Sinatra, la Fitzgerald, Billy Holliday, voci e musica di alto livello, body and soul, corpo e anima e atmosfere sospese, si muovono gli altri personaggi.
Marco Bruno
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