MONTORO – Il primo cittadino, Mario Bianchino, ha affidato ad una nota, che riportiamo nella sua versione integrale, la sua risposta al manifesto diffuso in questi giorni da tre dei gruppi delle opposizioni consiliari.
Tre gruppi consiliari di minoranza (non ha aderito all’iniziativa il gruppo a cui fa capo Francesco De Giovanni), usando acredine, rancore ed in odio alla correttezza, alla verità e alla produttività di un impegno politico-amministrativo, si adoperano nell’esercizio della gratuita offesa usando “falsi” e mistificazione strumentale.
Non si comprendono simili atteggiamenti, sia in chi li genera che in chi li sottoscrive, intrisi da preconcetta ostilità e posti in essere in dispregio al “sentire comune” per il bene di Montoro. Non serve rancore e killeraggio, immaginando che qualche circostanza o qualcuno faccia da sgabello ad aspiranti cecchini.
Non intendiamo usare gli stessi toni né fare inutili rimbalzi. Abbiamo cultura delle Istituzioni ed amore per la Comunità per affermare e sostenere quello che tutti possono constatare.
I risultanti dell’azione amministrativa ci danno ragione e tutto è reso pubblico attraverso i canali della massima trasparenza.
Il candidato di un partito politico, il PD, alla provincia ha riportato 7 voti e non 5 e sicuramente sarebbe stato meglio, ed anche giusto, se fossero venuti altri consensi, e tra questi anche ben 4 riconducibili alla minoranza, se in costoro esistesse, al di fuori del rancore, un sentire politico.
Cosa ha a che vedere con l’attività politica-amministrativa del nostro Comune una certa “politica provinciale”, sia pure non produttiva in qualche Ente di servizio, ove il nostro Sindaco è responsabilmente impegnato a dare il massimo dell’apporto se si registrano carenze e difficoltà che ne impediscano la normale azione produttiva?
Cosa spinge costoro ad un antagonismo cieco, militante e personale che vede rivalità, mai espresse alle “primarie” regionali, che confonde le scelte di “qualche singolo” con la politica dell’amministrazione e “qualche comportamento personale”, peraltro non condiviso per “fatti politici”?
L’avvicendamento in Giunta che ha toccato un gruppo consiliare non può costituire motivo di eccezione o scalfitura politica, dopo che tanto è stato riconosciuto da rappresentanti della stessa minoranza in Consiglio Comunale.
Non risulta che SEL abbia abbandonato la maggioranza, anzi con detta parte politica esistono rapporti proficui e collaborativi, fermo restante la dialettica interna allo stesso partito politico.
L’emergenza idrica, ereditata, è un fatto di una gravità assoluta e possiamo affermare che l’aspetto emergenziale è superato, pur nella consapevolezza che dopo la caratterizzazione dovrà essere bonificata la falda.
I tributi comunali e la TARI in particolare sono tra i più bassi a livello provinciale, regionale e nazionale (la TARI ha avuto un’ulteriore riduzione per l’anno 2015) e gli stessi consiglieri di minoranza adesso pagano molto meno di quanto essi stessi pagavano, allorché erano loro stessi i soggetti impositori.
Il dialogo istituzionale è stato sempre promosso e praticato, e l’assenza reiterata di pezzi eterogenei di una minoranza, che si regge solamente sul rancore e sulla preconcetta avversità, in tutti i momenti significativi della vita pubblica, dimostra la distanza e il disinteresse dai problemi della Comunità e da ogni forma di impegno e partecipazione alla vita delle Istituzioni.
Noi non vogliamo questo da parte della minoranza. Auspichiamo una loro partecipazione serena e responsabile a tutti i momenti della vita istituzionale ed un confronto sui temi, gli argomenti e i problemi che quotidianamente si affrontano, corretto e propositivo, anche se dialettico e da posizioni diverse.
Questi spezzoni della minoranza consiliare, insieme a chi li ispira, tra loro distanti anni luce sul piano ideale e politico, dovrebbero aver appreso che chi promuove e “boccia” è solamente la Comunità e non chi pensa di arrogarsi poteri che non ha.
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