Sulla vicenda del Pino di piazza Mercato alla frazione San Pietro si è recentemente pronunciata la commissione Ambiente e Paesaggio del Comune di Montoro. Prendendone atto, il consigliere Raffaele Citro ha affidato ai media le considerazioni che riportiamo di seguito (nella loro versione integrale).
Un passo avanti e due indietro: sembra questa la chiave di lettura degli ultimi avvenimenti che riguardano la vita del pinus pinea alla Frazione San Pietro.
Dopo l’ultimo Consiglio Comunale di Montoro, il Sindaco Bianchino, tardivamente, ha convocato la Commissione Ambiente e Paesaggio del Comune che, con grande pochezza a parere di chi scrive, ha confermato l’atteggiamento prepotente adottato dall’amministrazione comunale, ossia la condanna a morte del Pino.
Il Sindaco, dopo aver gestito, negativamente, la questione del “Pino”, nella mattinata dell’ultimo Consiglio Comunale si è affidato al Sig. Prefetto, e, dopo l’assise, a questa fantomatica commissione comunale al cui interno non è presente nessun agronomo forestale, nessun esperto di politiche ambientali o storico monumentali!!
L’approfondimento sulla questione mosso dalla minoranza consiliare e dall’interrogazione di alcuni consiglieri, dopo aver acquisito pareri autorevoli di Agronomi e del CO.NAL.PA che, hanno confermato le insufficienti analisi e verifiche effettuate dal Comune, non saranno superate da questo spauracchio di parere reso dalla Commissione Ambiente e Paesaggio del Comune, di cui chiederemo copia integrale, oltre alla comunicazione inviata al Sig. Prefetto, per renderle pubbliche e fare in modo che, tutta la cittadinanza, possa avere contezza dei fatti, così, come finora fatto dal sottoscritto.
Lo spettacolare Pino domestico (Pinus pinea) che dalla seconda metà dell’ ’800 svetta, alto e monumentale, sulla piazza mercato della Frazione San Pietro, trasformata per colpa dell’uomo nel corso degli anni, va preservato finhé non si stabilisca, con certezza scientifica, che sia un albero malato e, dunque, da abbattere.
Infatti, per quest’albero, che a pieno titolo fa parte integrante del paesaggio e della geografia dei luoghi, non esistono agli atti tutti gli accertamenti e le verifiche necessarie per diagnosticare la malattia e, dunque, di questo pino. Forse, quale estrema ratio, valuteremo, se necessario, di interessare la Procura della Repubblica di Avellino, affinché disponga degli accertamenti cosi com’è accaduto per identiche specie di pinus da parte della Procura della Repubblica di Torre Annunziata dopo denuncia del WWF di Sorrento.
Dopo aver inasprito gli animi dei cittadini, l’amministrazione comunale cerca, attraverso inutili appigli burocratici, di salvare la faccia e l’anima, mentre noi siamo fermamente convinti che, sulla scorta di una superficiale e discutibile perizia di un agronomo di parte, non è possibile condannare a morte il pinus pinea di San Pietro. Insieme ai cittadini e movimenti ci siamo battuti e ci batteremo per salvare i grandi alberi, patriarchi verdi del nostro paese, scrigno di biodiversità e testimonianza di storia locale se non saranno eseguite ulteriori e necessarie verifiche da parte del Comune.
Sindaco ed amministrazione comunale a cui ricordiamo che il taglio di alberi, per le sue particolari conseguenze sull’aspetto paesaggistico-visivo della zona e sulla struttura ambientale, comportando di fatto una modificazione dello stato dei luoghi deve sempre considerarsi soggetto al regime vincolistico a cui ricordiamo che il nostro territorio è sottoposto alla normativa ed ogni intervento che modifichi il paesaggio necessita del parere preventivo della Soprintendenza ai BB.AA.AA.
Volutamente non si è tenuto conto della Legge n. 10 del 2013, che consentiva al Comune di censire ufficialmente l’ultrasecolare esemplare di Pinus pinea di SAN PIENTRO salvandolo dall’abbattimento e senza ombra di dubbio degno di tutela, in quanto di grande importanza paesaggistica e rappresentativo dell’identità del territorio dell’intera frazione montorese.
I comportamenti del mondo animale spesso hanno delle analogie con quelle del variegato mondo della politica. La politica del gambero non salverà l’anima di un amministrazione comunale che non ha saputo dimostrare di dialogare con i propri cittadini.