Sabato, 11 Marzo 2017, a Napoli si è tenuto un corteo composto da circa quindicimila persone per manifestare l’accorato disaccordo della città al leader leghista Matteo Salvini.
La lega rappresenta il referente politico di ideologie razziste, xenofobe, sessiste e antimeridionaliste e Napoli, che si è sempre definita città di rifugio e di accoglienza, ha dimostrato di non voler accettare in nessun modo chi sfrutta la crisi e la povertà dilagante per fomentare odio e segregazione, e di non voler tollerare gli intolleranti.
Il giorno che ha preceduto la manifestazione, ha visto l’occupazione della sala congressi della Mostra D’Oltremare (luogo scelto per il comizio di Salvini) da parte degli attivisti dei centri sociali, militanti politici, studenti e precari. Data l’aperta opposizione, l’amministratore delegato della Mostra ha annunciato la rescissione del contratto con Salvini, il quale però appoggiato dall’ordinanza emanata dal ministro degli interni Minniti ha partecipato al comizio, imponendo difatti la sua presenza in città.
Il corteo, ha avuto comunque luogo, e come d’agenda è partito alle ore 14:00 da piazza Sannazzaro (Mergellina) per raggiungere la Mostra D’Oltremare a Fuorigrotta.
Ad attendere i manifestanti, ci sono stati circa milleduecento forze dell’ordine, armate di lacrimogeni, manganelli, scudi antisommossa e camionette blindate con idranti pronti a sparare.
Si sono verificati degli scontri che hanno generato una guerriglia in pieno centro urbano che si è conclusa con l’insensato inseguimento e perseguimento delle forze dell’ordine armate, per oltre un ora, contro il corteo che stava sfilando pacificamente. Dando vita a una vera e propria caccia all’uomo, ove alcuni manifestanti sono stati spogliati e picchiati brutalmente. La giornata si è conclusa con sei arresti e qualche ferito.
I media nazionali, hanno oscurato quanto di bello è accaduto, di come la città intera si sia unita e abbia dimostrati i valori che ha sempre fatto propri come quelli di uguaglianza e convivenza.
A dimostrazione di ciò molti artisti napoletani si sono riuniti in un gruppo chiamato “Terroni uniti” e in pochi giorni hanno scritto e arrangiato una canzone, dal titolo “Gente do sud” per ribadire i motivi per cui si manifestava.
Mariagrazia De Maio
Lascia un commento