“Il 2020 ha presentato il conto anche al nostro settore facendoci chiudere l’anno con un crollo del fatturato di circa il 37% rispetto al 2019 e una riduzione della quota di export del 25,5%; se andiamo ad analizzare i dati in maniera più approfondita il rammarico cresce ulteriormente considerando che, quanto all’export, il settore era in serie positiva da oltre 10 anni (dal 2009), mentre la pandemia ci costringe ora ad un balzo indietro di tre anni. Il nostro settore vive di export e abbiamo la necessità, ora più che mai, che siano attuate politiche che consentano alle aziende di tornare presto ai valori pre-covid; il nostro Sistema Paese non può permettersi di perdere competitività internazionale in questo settore, uno dei più performanti del Made in Italy, e neppure che le nostre aziende finiscano nella mani di gruppi stranieri perché il nostro Sistema non è riuscito a garantire loro il giusto supporto. Stiamo rischiando di perdere il controllo del “saper fare”, della tradizione, della cura dei dettagli e del gusto che hanno fatto la storia del nostro Paese e ci hanno resi famosi, rispettati e anche imitati in tutto il mondo. La nostra Associazione si sta battendo per portare questo messaggio alle Istituzioni e per promuovere soluzioni industriali d’impatto per tutto il Sistema: una, in particolare, sarà presentata in occasione dei prossimi Stati Generali della Pelletteria, di cui spero di annunciare la data a breve.
La pelletteria merita molto di più e ogni singola azienda sta lottando per rimanere in piedi e trovare nuove soluzioni di sviluppo, anche il Governo deve però fare di più e considerare centrale per il Paese il ruolo del Sistema Moda, cosa che ad oggi in pochi hanno fatto”.
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