Il nuovo Contratto Collettivo Nazionale
prevede flessibilità e proroga di 8 mesi della durata contrattuale,
welfare sanitario e adeguamento retributivo di 65 euro nell’arco della vigenza contrattuale
UNIC – Concerie Italiane e le Organizzazioni Sindacali (FILCTEM CGIL, FEMCA CISL, UILTEC UIL) hanno firmato oggi, 21 gennaio 2021, in videoconferenza, l’ipotesi di accordo di rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per gli addetti alle aziende conciarie scaduto il 31 ottobre 2019. Il nuovo CCNL resterà in vigore fino al 30 giugno 2023.
Una trattativa intensa, nella quale le Parti hanno condiviso l’impegno al dialogo e al confronto costruttivo, al fine di affrontare in maniera coesa l’attuale momento di difficoltà congiunturale causato dall’emergenza COVID-19.
Una collaborazione assolutamente necessaria, che già durante la prima ondata della pandemia si era concretizzata nella definizione, tra aprile e maggio 2020, di un protocollo comune sulla sicurezza in conceria per contrastare la diffusione del contagio.
La flessibilità e l’assistenza sanitaria integrativa
Il nuovo CCNL del settore conciario prevede aumenti retributivi contenuti (in virtù dell’attuale difficoltà congiunturale provocata dalla pandemia) e una maggiore flessibilità organizzativa (aumento della percentuale di possibile ricorso a contratti a tempo determinato, inclusa la somministrazione). Viene prorogata la scadenza contrattuale, spostandola da fine ottobre 2022 a fine giugno 2023, e viene introdotta l’assistenza sanitaria integrativa, nuovo importante elemento di eccellenza della sostenibilità delle concerie italiane (riconosciuta a livello nazionale e internazionale) e ulteriore riprova dell’impegno degli imprenditori del settore sullo specifico tema della responsabilità sociale.
L’aumento retributivo
L’aumento retributivo complessivo sarà pari a 65 euro (livello D2) e verrà erogato in busta paga attraverso 3 tranche. La prima, datata 1° settembre 2021, prevede un adeguamento di 15 euro. La seconda (1° gennaio 2022) sarà di 35 euro, mentre l’ultima (1° agosto 2022) sarà di 15 euro. Tale quadro risponde anche alla necessità di evitare alle concerie un aggravio finanziario nel corso del 2021, che rischierebbe di rendere ancora più problematica la ripresa del mercato che si auspica possa avvenire quanto prima possibile.
La flessibilità e la lotta all’assenteismo
Per quanto riguarda la flessibilità, l’accordo con le parti sociali prevede l’innalzamento della percentuale di ricorso ai contratti a tempo determinato (compresi i contratti di somministrazione a tempo determinato), al 32%, calcolato come media annua, del numero di contratti a tempo indeterminato in essere in azienda. Il nuovo CCNL contiene anche una significativa sottolineatura sul tema della lotta all’assenteismo, vista la dichiarazione di impegno delle Parti a “rivedere integralmente l’istituto, qualora, all’esito di monitoraggio in contradditorio nell’ambito dell’Osservatorio nazionale conciario, nel caso dovessero risultare percentuali anomale di assenteismo”.
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