SOLOFRA – Lentamente stiamo morendo.
Questo è il grido di allarme che viene lanciato dagli organizzatori della marcia contro l’inquinamento del torrente Solofrana e del fiume Sarno. L’obiettivo è quello di marciare uniti per difendere l’ambiente e la salute dei cittadini.
Nella lettera di invito alla partecipazione, emergono dati allarmanti sullo stato di salute del fiume e dei suoi principali affluenti, Cavaiola e Solofrana. Inoltre, la presenza di tetracloroetilene è stata accertata non solo a Montoro, ma anche nel pozzo gestito dal Consorzio di Bonifica in località San Mauro a Nocera Inferiore, e si paventa il reale rischio di contaminazione per le sorgenti dell’acquedotto del Sarno, in quanto la falda di Solofra scorre in direzione di Montoro, Mercato San Severino, Castel San Giorgio e Sarno.
Un aspetto importante, che è opportuno ricordare, emerso anche nel rapporto annuale di Legambiente Campania, è che il fiume non nasce inquinato, ma subisce le aggressioni delle carenze del sistema fognario-depurativo che non copre tutti gli insediamenti abitativi, dell’agricoltura che usa fertilizzanti chimici e fitofarmaci, dell’industria che non tratta adeguatamente i propri scarichi idrici.
Una relazione dell’ARPAC sul monitoraggio delle acque superficiali del Fiume Sarno, presentata alla XII Commissione del Senato, conferma il profondo grado di sofferenza del fiume e il persistere di inquinamento da Cromo, che è stato rilevato anche dal monitoraggio di Goletta del Sarno.
Un dato agghiacciante è che abbiamo una mortalità, nelle aree del bacino idrografico del fiume Sarno, per patologie oncologiche doppia rispetto alla media nazionale.
La marcia deve essere intesa, quindi, come un atto d’amore verso il nostro territorio, verso il futuro dei nostri figli, un atto di riconoscenza nei confronti di quei cittadini e imprenditori che non inquinano, che non sversano abusivamente, che sono sensibili alle tematiche ambientali.
Deve essere un momento per ritrovarsi e camminare insieme cittadini e istituzioni, rappresentati del mondo associativo e politico, bambini e persone anziane, tutte accomunate dalla condivisione di un unico obiettivo, quello di fare presto a trovare e realizzare quelle azioni in grado evitare questo stato di cose.
La finalità deve essere quella non solo di avere un piano di caratterizzazione, certamente importante, in quanto si configura come uno step fondamentale per i successivi interventi di bonifica e ripristino ambientale dei luoghi, ma bisogna arrivare concretamente alla bonifica, al fine di ridurre i rischi per la salute umana.
Bisognerebbe chiedere di migliorare in qualità e quantità l’impiantistica esistente specifica del trattamento delle acque industriali, attraverso l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili. Bisogna, inoltre, intervenire e realizzare la bonifica della falda e dei suoli di quei siti inquinati che ancora oggi è ferma al palo.
Il traguardo è che la politica, soprattutto quella regionale, investa in politiche integrate sul Fiume Sarno attraverso la riqualificazione, interventi di rinaturalizzazione, di prevenzione e mitigazione del rischio e insieme di tutela degli ecosistemi.
Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, ci riguarda e ci tocca tutti, forti anche del messaggio che ha lanciato Papa Francesco nella sua Enciclica Laudato Si, “se i cittadini non controllano il potere politico – nazionale, regionale e municipale – neppure è possibile un contrasto dei danni ambientali”.
Altrimenti non ci resta alternativa, perché lentamente muore il territorio, lentamente muore la nostra economia, lentamente muore la nostra salute e la cosa più drammatica è che lentamente si spegne il nostro futuro.
Antonio Parrella
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