COMUNICATO STAMPA n. 3 – 30settembre 2019
Cure mediche eassistenzaa chi è affetto da malattie progressive e in fase avanzata, con la finalità di salvaguardare lecondizioni e la dignità della persona e perpreservare la migliore qualità della vita possibile.Ed è ciò che quotidianamente avviene presso il Pain Control Center Hospice di Solofra, il centro residenziale per la terapia del dolore e le cure palliative dell’Asl Avellino.
Interventi terapeutici, controllo del dolore e dei sintomi del paziente, assistenza psicologica, sociale e spirituale rivolta anche ai familiari, attività ricreative: l’Hospice di Solofra è da anni un punto di riferimento di grande eccellenza nel panorama sanitario non solo regionale.
Innumerevoli, da sempre, gli attestati di stima e gratitudine rivolti all’equipe medica dell’Asl Avellino e alle varie figure professionali della Cooperativa Lavoro per la Salute e della Casa di Cura Sant’Anna, i due organismiche gestiscono i servizi della struttura sanitaria.
Recentemente, i familiari della signora Alfonsina Barone, originaria di Montefalcione,hanno voluto inviare al Ministro della Saluteuna lunga e accorata missiva per segnalare l’organizzazione, la professionalità, l’efficienza e l’umanità del personale dell’Hospice di Solofra, che si è distinto per l’impegno rivolto ad alleviare le sofferenze della loro congiunta, sostenendo la famiglia nel duro e difficile periodo della degenza presso il centro residenziale di Solofra.
Nella lettera, a firma della figlia Amorosa Guarino, residente a Montemiletto, vengono citati,con grande apprezzamento, anche il Distretto sanitario di Atripalda e l’Azienda Ospedaliera Moscati di Avellino, e proprio nell’ospedale del capoluogo la signora Barone ha trascorso un periodo di degenza ricevendo ottime cure e assistenza.
Questo il testo completo della lettera inviata al Ministro della Salute:
“On. Sig. Ministro, spero vi giungano queste mie parole di ringraziamento ed apprezzamento sincero verso chi quotidianamente cerca a fatica di tenere alta la dignità propria ed altrui, compiendo con il massimo delle forze il proprio lavoro contro una realtà che e sempre più distorta; in un momento storico in cui troppo spesso si sente parlare di malasanità in Italia, e fin troppe volte il vostro operato è oggetto di severe critiche, ho potutoconstatare l’elevato livello di competenze professionali espresse in tutto il circuito sanitarioavellinese. Mi riferisco in particolare all’A.O.S.G.di Avellino diretta dal dott. RenatoPizzuti, al Direttore Generale ASL di Avellino, dr.ssa Maria Morgante, al Distretto sanitario di Atripalda, diretto dal dott. Piero De Masi,ma unanotadiapprezzamentoevivo compiacimentova a tutto il personale del Pain Control Center-Hospice di Solofra diretto daldott. Vincenzo Pepe.
Ne giungeranno tante come questa mia o forse poche se non nessuna, questo non lo so, ma desidero solo condividere con Voi, un’esperienza di vita che lascia il segno per sempre; io e la mia famiglia ci siamo trovati catapultati in una situazione che di sicuro lascerà cicatrice e ritornerà viva ogni notte fino a che sarà. Tutto inizia dopo un ricovero di mia madre, Barone Alfonsina, nata a Montefalcione, un piccolo paesino dell’avellinesenellontano ’33,un ricovero fatto d’urgenza in un pomeriggio di una tranquilla giornata del 21 febbraio 2019 all’Azienda Ospedaliera S.G. Moscati di Avellino. Una corsa in auto, già con la mente rivolta al logorante pensiero della lungaattesa, che ci sarebbe toccata digerire una voltavarcata la porta del Pronto Soccorso! Ed infatti è alle ore 17 di quel 21 febbraio che iniziala nostraagonia… un codice gialloche porterà ad una prima visita, per le tante persone richiedenti ausilio,alle ore 22 circa per poi saper nel cuore della notte che l’Indomani sarebbe stata necessaria un’ecografiaper appurare una situazioneche già presagiva al peggio! Una nottevissuta dalla mia famiglia a casa in un dormiveglia infinito e tormentato, da mia madresu di un letto al Pronto Soccorso ed al suo fianco una sedia sulla quale ho trascorsol’intera notte, io sua unica figlia, assistendo ad una situazione quasi da girone “Dantesco” per il continuo via vai di persone e personale medico costretto a districarsi tra barelle, letti ed incessanti richieste di aiuto, a volte quasi circense perché come noi tante altre persone si trovano quotidianamente in simili condizioni ed il personale operante e costretto a delle vere e proprie magie per cercare di risolvere tutto…(tengoa precisare che il detto Reparto quotidianamente è costretto a sopperire e a combattere situazionicritiche, fino all’inverosimile, con mezzi e personale che spesso sono da codici piùche rosso paradossalmente parlando; sfiderei chiunque ma solo loroci riescono per bravura e professionalità… e non posso che dire grazie!) …questa notteinterminabile mi accompagnerà purtroppo per qualche giorno con l’incertezza della diagnosi e le continue domande: “Maquandosaprò cos’è successo a mia madre? Quanto tempo ci toccherà stare con l’incessante preoccupazione di capire cos’è successo? Si libererà un posto e, se necessario, porteranno mamma in qualche reparto?”. Nel pomeriggio del sabato stanca e preoccupata per le condizioni cliniche, micomunicano che da lì a poco l’avrebbero trasferita nel reparto di Geriatria dove soggiornerà per poco meno di un mese e dove ha ricevuto le cure di medici ed infermieri.
Un plauso va a chi ha assistito mia madre e ha confortato me in momenti che andavanosempre più verso l’oblio… e che hanno trovato una boccatad’ossigeno nell’Hospice – Pain Control Center di Solofra, un istituto all’avanguardia per le cure palliative. Ancoraricordo quel viaggio insieme all’ambulanza di pochi chilometri, fatto con l’angoscia ed il tormento di chi non sa cosa ne sarà. Arrivati al Centro, quasi ad anticipare l’impotenzadi chi giunge verso la grandezza del problema, perché incastonato nel verdefrastagliato delle montagne solofrane sembra di trovarsi in un villaggio turistico di alta montagna, per tranquillità, colori e sorrisi di chi, per primo e allaporta ad attenderti, nonostante in cuor suo sa che ti sei recato lì perché hai bisogno di aiuto morale e fisico e non per“mettere alla luce un pargolo da amare”. Purtroppo varcare quella soglia ti porta in una realtà dove tutto perde di importanza… ogni cosa inizia ad assumere sfumature cupe… da quel giorno in poi vedrai tutto con occhi diversi perché ci si rende conto che quando tutto il possibile è stato fatto nulla più si può! Ed è così che inizi ad incassare i duri colpi di un male che silenziosamente avanza… stravolgechi ce l’ha e te che stai vicino… ti consuma… sembra di sprofondare a volte nel silenzio quasi desolante in certi momenti dell’Hospice… ma gli squilli dei campanelli, quasicome sirene d’allarme, ti svegliano, riportandoti vigile, in compagnia di qualche lacrima, che angeli dai camici“verdi e blue” con molto amore e dedizione verso il proprio lavoro… asciugano e cercano a modo proprio di far tramutare in gioia! Questi… angeli sono come ombre perché appaiono ad ogni squillo di campanello o minima richiesta, sono sempre presenti e molto amorevoli nell’accudire pazienti e familiari all’occorrenza, nonostante siano impegnati in un incessante lavoro di sostegno fisico, psicologico e morale. Fanno parte di questo staff: medici, infermieri, operatori sociosanitari e volontari, che con grande dedizione e professionalità svolgono questo delicato lavoro. Non posso che ringraziare tutti… benedico di cuore lo staff medico composto dal Dott. Vincenzo Pepe – dirigente medico oncologo, coordinatoredell’Hospice di Bisaccia e diSolofra dell’ASL Avellino, dalla dr.ssa Carmela Fasano e dalla dr.ssa Luisa Rizzo. Poi la caposala Emilia Cetro;il responsabile URP, dott. Carmine Clericuzio;la sociologa, dr.ssaElena De Vinco; la psicologa, dr.ssa Elena Altieri; gli infermieri Guido Landi, Francesca Giorgione, Alfonsina Buongiorno, Francesca Rea, Cristian Adiletta, Antonella Giaquinto, Antonio Covino, Rosanna Meriano, Federica Giliberti, Annamaria Matrone; gli operatori socio sanitari Patrizia Ciampi, Patrizia Marano, Giacomo Amendola, Diletta Di Lorenzo, Lucrezia D’Errico, Loredana Chiavistelli, Angela Sacco, Rosa Sannino, Emilio Spiniello, Amalia Picariello, Nunzio Simeone, Rita Di Prizio; le addette ai servizi del Centro, Michela Aversa e Angela Ciampa.
Il mio abbraccio più caro va a tutti Voi che avete reso meno doloroso ogni rintocco di orologio che è trascorso dall’ingresso nel vostro Centro; spero che queste mie parole siano percepite non solo come un “grazie” ma siano messaggio di stima e affetto, unsegno di forza a non arrendersi mai soprattutto verso l’indefinito che non lascia possibilità a chi ha l’amara disavventura di doverlo incrociare lungo il proprio cammino e doverci convivere. Ho iniziato a vivere come se tutti i giorni fossero uguali ma che alcalendario hanno segnato ricorrenze e compleanni, per ultimo proprio quello di mia madre, che non torneranno mai più come quelli che furono e che forsegrazie a Voi tutti, io e la mia famiglia, abbiamo potuto condividere per un’ultima volta! Ho respirato e avvertito quel sostegno, giorno dopo giorno, mentre un momento dopo l’altro ho apprezzato la passione con cui ogni singolo operatore, medico, infermiere, o personale diservizio che fosse, ognuno a modo suo, si è dedicato quotidianamente alla mia situazione.
Sorrisi, frasinon scontate, parole disostegno e di conforto non costano nulla, ed alPainControl Center sonostati donati con generosità. Le capacita professionali, la quasinormale accessibilità ai rapporti con il personale medico ed infermieristico, la disponibilità costante nel fornire spiegazioni e nel preoccuparsi di aggiornare noi familiari, hanno reso e continuano a rendere questi momenti meno amari. Credo infineche chiunque, malato o familiare che sia, abbia il diritto di vivere fino alla fine con la massima dignità e questo all’Hospice di Solofra è stato possibile.
Sono consapevole che questa odissea è statacaratterizzata da momenti di sconforto… amarezza … accettazione… lacrime versate… di infiniti perché… di momenti critici… ma è altrettanto vero che grazie a Tutti Voi si è riuscito ad instaurare un equilibrio tra sofferenza e consolazione, tra sconforto e rassegnazione, che ha reso il più insuperabile dei problemi meno pesante da digerire se pur irrisolvibile.
La mia più riconoscente gratitudine ed amorevole benedizione va anche al Direttore Generale dell’A.O.S.G. di Avellino, dott. Renato Pizzuti, al Direttore generale ASL di Avellino dott.ssa Maria Morgante, e al Direttore Sanitario del Distretto di Atripalda dott. Piero De Masi, che sono i promotori di un’organizzazione sanitaria che sa distinguersi in momenti forse che a livello nazionale è un po’ deficitaria. Spero che queste mie parole giungano a Tutti imenzionati con la massima stima ed affetto possibile.
A tutto il personale menzionato, altamente qualificato, che tra infinite difficoltà organizzative, logistiche ed economiche, continua a credere con fermezza nella propria difficile missione, voglio esprimere gratitudine e riconoscenza per accompagnare e sostenere chi come me si trova a vivere esperienze del genere.
Qualcuno potrebbe pensare o rispondere: “… beh, facciamosolo il nostro lavoro !”.Daparte mia posso solo replicare dicendo che “… nontutti svolgono il proprio lavoro con la stessa voglia o amore!”.
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